Da Facebook a Vogue: il fenomeno Jacquemus8 min di lettura
A chi non è appassionato di moda, probabilmente il nome “Jacquemus” non rimanda a niente. Ma magari, Lizzo e la sua minuscola borsetta e Gigi Hadid con il suo epico hair flip possono soccorrerci nell’identificazione.
Jacquemus è un brand giovane, fondato nel 2010 e che negli ultimi anni ha conquistato la critica con le sue collezioni dai tratti francesi semplici e raffinati. Dietro quinte di questa promettente maison c’è un talentuoso giovane, Simon Porte, considerato da molti l’efant prodige della moda francese. Sin da piccolissimo Simon ha iniziato ad interessarsi alla moda e all’arte, sognando di poter calcare un giorno le passerelle più importanti con la sua moda.

In un’intervista rilasciata ad “i-D” il designer racconta la sua infanzia come “molto libera”, una libertà tale da riuscire a permettergli di avvicinarsi alle sue passioni. È proprio in questi anni infatti che sviluppa il suo interesse per la moda: nell’intervista Simon Porte Jacquemus ricorda l’episodio in cui, da bambino, confezionò il suo primo capo per sua madre arrangiando una gonna con una tenda di lino ed un laccio delle sue converse preferite. La donna, Valèrie Jacquemus, scomparsa in un incidente d’auto durante l’adolescenza di Simon con il suo cognome ha dato nome al brand, ma non solo, infatti è in lei che Simon trova la più grande ispirazione.
Stavo guardando una fotografia di mia madre mentre passeggia al porto durante l’estate. Aveva una sciarpa avvolta attorno ai capelli, orecchini di ceramica e una stola al posto del vestito. Sorrideva, probabilmente era felice.
Il mare, le soleggiate giornate estive nel sud della Francia, la felicità, sono tutti riferimenti espliciti nei vestiti di Jacquemus.
Voglio raccontare delle storie con i miei abiti, storie che parlino di donne. Ho sempre amato le storie e le donne
Le sue collezioni infatti racchiudono una vera e propria dichiarazione d’amore a tutte le donne, espressa dalla sensualità dei capi, dalla sinuosità dei tagli e dagli eccentrici accessori.

Lo stilista è riuscito a trasformare le sue radici, la sua amata Provenza, nella sua più grande forza. I colori della sua tavolozza rimandano continuamente a questa terra, dalle calde estati e dagli immensi campi di grano e lavanda, che diventeranno, successivamente teatro delle sue sfilate.
Mettendo luce sulla sua carriera, Simon Porte non ha mai realmente intrapreso un percorso di studi completo, pur avendo frequentato per un breve periodo una accademia di moda a Parigi. Decide a 19 anni di realizzare da autodidatta la sua prima collezione, un insieme di capi semplicissimi realizzati con i pochi soldi e pubblicizzata prevalentemente su Facebook, con l’aiuto dei parenti e degli amici che hanno posato per lui. “Il minimalismo è stato più una necessità che un concept studiato” affermava Jacquemus ricordando le sue prime collezioni, di capi senza bottoni e tessuti semplici proprio perché non poteva permettersi materiali troppo costosi.
Ed è così che in pochissimo tempo “Jacquemus” finisce sulla bocca di tutti: Simon Porte attira l’attenzione Rei Kawakubo e Adrian Joffe, le menti geniali dietro Comme des Garçons e Dover Street Market, che iniziano a portare in tutto il mondo la sua terza collezione, la più fortunata. Da facebook alle passerelle delle più importanti fashion weeks.
A rendere virale il brand sono state le iconiche chiquito, le divertenti mini bag, amate in tutte le loro accese colorazioni. Singolari, vivaci e soprattutto molto piccole, le chiquito sono diventate un accessorio must have per l’armadio di tutti. Il brand però ha anche altri importanti segni distintivi: tra gli accessori infatti, sono diventati iconici gli orecchini spaiati, le scarpe con tacchi diversi e gli eccessivi cappelli di paglia.
Quello di Jaquemus è uno stile riconoscibile anche dalla scelta dei colori: la sua tavolozza rimanda continuamente alla Provenza, al bianco, i toni caldi come le calde estati e gli immensi campi di grano e lavanda, che diventeranno, successivamente teatro delle sue sfilate. La collezione primavera/estate 2021 dal nome “L’Amour”, è stata infatti ambientata in un campo di grano, una bucolica location che non solo celebra la sua amata terra, ma anche un progetto di moda sostenibile, in accordo con i ritmi della natura.
“Ho immaginato un gruppo di persone riunite per celebrare l’amore. I membri del mio team erano separati l’uno dall’altro, ognuno a casa, con il desiderio di continuare a lavorare. Siamo diventati una catena umana, ogni passo del processo creativo eseguito con amore.” ha spiegato in merito lo stesso Jacquemus, nella volontà di dedicare questo lavoro al suo team, che è stato in grado di reinventarsi anche durante il lockdown, con, per esempio, photoshoot per promuovere la nuova collezione su facetime. È così, che in un arrangiato set, Bella Hadid posa per Jacquemus.

Ma le muse di Simon Porte Jacquemus, non sono solo le donne e la Provenza. Nelle sue collezioni c’è arte, Picasso in particolare, c’è quella sensualità maledettamente francese, c’è nostalgia per un’estate passata e desiderio. C’è sentimento e armonia con la natura. Tutto confezionato in accattivanti capi, irresistibili per sia le donne e che per gli uomini. Non è infatti sbagliato definire Simon Porte un artista. Il suo talento gli permette di esprimersi ed esprimere storie in modo schietto, diretto ma mai convenzionale.
Infine, osserviamo che il grande successo di Jacquemus è sicuramente dovuto anche alle ad un’attenta e curatissima gestione della comunicazione, soprattutto attraverso i social. A differenza di altri brand però, in questo caso è lo stesso Simon, il direttore creativo, a gestire -con genialità- il profilo aziendale della sua maison: questo ha contribuito a creare un legame sempre più stretto tra founder e pubblico.
Jacquemus, quindi, ci può insegnare tante cose: la felicità, l’amore, la determinazione. Finisce così una parabola a lieto fine, che conferma l’importanza di credere nei propri sogni.