Lettera al Duemilaventi2 min di lettura

31 Dicembre 2020

Caro Duemilaventi,  

ci hai dato speranza, almeno all’inizio. Ci hai lasciato vivere i primi mesi con inconsapevolezza, pensavamo “cosa sarebbe mai potuto accadere, una pandemia globale?” Hai fatto della nostra ironia una realtà terribile e vera.

Poi buio. Ci hai limitati in uno spazio circoscritto, noi che pensavamo di vivere nelle classi, sulle spiagge, negli aeroporti. Le nostre stanze sono diventate il nostro rifugio, e ci siamo abituati ad immaginare il cielo oltre il cemento del soffitto.  Noi, prima tridimensionali poi di pixel, abbiamo reinventato il concetto compagnia, sostantivo che trova la sua origine etimologica nel latino, da cum panis, “partecipe dello stesso pane”. Non abbiamo voluto rinunciare a questa compartecipazione, anzi, abbiamo abbattuto le barriere dello spazio per accorciare la distanza che ci separa, un atto di ordinaria rivoluzione. Dai caffè presi su Meet, ai tornei di burraco online, alla didattica a distanza e alla riscoperta di noi stessi, siamo riusciti a sentirci uniti anche soli nelle nostre stanze. La lontananza è diventata qualcosa di talmente quotidiano che ha perso quasi il suo valore.

4 Maggio, il buio si rischiara. La vita, prima immobile, ha recuperato la sua parziale mobilità. L’estate ha messo in pausa la nostra pausa con il sole, le infradito ed un po’ di consapevole imprudenza. L’ illusoria felicità faceva intravedere i nostri sorrisi sotto le mascherine. Era bello rivedersi per contrastare insieme le paure riguardo ciò che sarebbe ancora potuto accadere.

Le aspettative, la speranza e la fiducia non sono state abbastanza forti da sopportare il peso della seconda parte dell’anno. Catapultati in una situazione simile a quella di Marzo, aspettiamo del bene: gli abbracci, una vita senza mascherine e un vita senza Covid. Non vediamo l’ora di rivederci vivi dal vivo.

La solitudine ci ha cambiati: passare così tanto tempo con noi stessi ci ha permesso di conoscere i nostri limiti, accettare i nostri difetti, maturare una consapevolezza sui nostri gusti personali. Non sappiamo quanto questo ci abbia migliorati; ma una cosa è certa: di tante cose siamo stati privati, ma un po’ di speranza resta ancora, ci consola e ci riscalda.

Duemilaventi, abbiamo capito la lezione: carpe diem!

Quando potremo respirare aria senza i filtri delle mascherine, quando potremo camminare vicini, quando potremo ritornare ad abbracciarci, ti assicuriamo che non perderemo un attimo. Promettiamo di vivere al quadrato per recuperare ciò che ci hai rubato.

Caro Duemilaventuno,

dopo quello che abbiamo passato, ci meritiamo un bel assembramento.

Jennifer Mignozzi, Roberta Dormio, Betta Iacovazzi

Per quanto quest’anno ci abbia delusi, una cosa non ci è mancata: la musica. Abbiamo raccolto il meglio delle uscite di quest’anno in una playlist, aggiungete qualcosa anche voi!

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